domenica 27 gennaio 2013

Conoscere per non dimenticare

Oggi è la giornata della memoria.
Ma perché abbiamo bisogno di aspettare il 27 gennaio per parlare dell'olocausto e delle barbarie commesse durante la 2°guerra mondiale? Perché durante tutto il resto dell'anno guardiamo apatici i TG che ci propinano stragi quotidiane di innocenti mentre gustiamo una cena o un pranzo mentre oggi la strage di innocenti ci colpisce e ci fa riflettere? Allora è proprio l'individuo, la persona in sé che ha problemi; allora riflettiamo a comando, piangiamo a comando, ci dispiaciamo a comando. Non c'è autonomia nelle nostre emozioni? Probabilmente no. Se ci pensate, si aspetta che ci siano le arance in piazza per fare una donazione alla ricerca, il sangue lo doniamo solo se ce lo vengono a chiedere, la carità la facciamo solo se siamo spinti a farla.
Siamo diventati degli automi, automi egoisti che vivono la loro vita voltandosi dall'altra parte se i problemi sono di altri, ma pronti a gesti di estrema bontà se qualcuno ci spinge a farli o se a farli e la massa: infatti l'individuo non è più in grado, a parere mio, di decidere che questo è giusto e quello è sbagliato: aspetta di vedere cosa fa la massa. E la segue.
E invece bisognerebbe coltivare questa autonomia delle emozioni già dall'infanzia, far capire ai bambini cosa è giusto e cosa è stato sbagliato e soprattutto come si può rimediare perché non accada più. Non dico che i bambini dovrebbero guardare film come Schindler's List o Kapò, però dovrebbero loro insegnare già da piccoli che diverso non è per forza sbagliato o inaccettabile: è solo diverso perché ha altre qualità, altre attitudini. Perché ad esser cattivi, ad emarginare si parte da bambini, sono loro i primi veri bulli che incontri nella vita, quelli che a casa sentono parlare i genitori e poi a scuola emarginano il bambino in carne, il bambino musulmano, la bambina con l'apparecchio e via via tutti coloro che reputano diversi dalla loro idea della persona ideale.
 Io sono diversa. Si. Sono una diversa nella mia famiglia perché ho gli occhi chiari. Il mio amico è diverso da me perché è ateo. Tutti siamo diversi ed è giusto imparare fin da piccoli che essere diversi gli uni dagli altri è un bene perché ci aiuta ad approfondire le nostre conoscenze, ci rende migliori! E quando i bambini ormai cresciuti nel rispetto per il prossimo arrivano all'età giusta per capire come rimediare agli errori e far si che non si ripetano è giusto far loro vedere cosa è successo durante l'olocausto e allora lì capiranno il perché del giusto e il perché del non giusto. Capiranno dove porta il non rispetto e l'emarginazione dovuta alla diversità.
E non dimenticheranno.

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